La regola della terza C

Le puntate precedenti ci hanno insegnato il significato di etnie in Rwanda e come la chiesa cattolica abbia costruito e modellato a livello teorico e nel tempo il concetto di razza camita a suo uso e consumo. Oggi vedremo invece come i colonizzatori entrano in Rwanda. Oggi parliamo dei crucchi.

Rwanda-e-BurundiFoto piratata da qui

I colonizzatori sono stati scarsamente interessati al Rwanda e al gemello Burundi per la loro posizione al centro dell’Africa e per il sottosuolo povero. Rwanda e Burundi vissero, fino a metà 1800, ignorando l’esistenza di altre razze di colore diverso. Non furono toccati dal dramma dello schiavismo e della deportazione in America. Solo nel 1858 ci fu il passaggio dei primi esploratori: Burton e Speke.


Nel 1871 poi, sulle rive del Lago Tanganyika, l’esploratore Stanley vede un vecchio bianco. Lo saluta. “Doctor Livingstone, I presume?”. “Yes” risponde il vecchio con un sorriso amabile, sollevando un poco il cappello. Vanno a fare un giro in barca, e si bevono il te delle 5 sulle rive burundesi del lago.

Stanley e Livingstone

Stanley e Livingstone, The Illustrated London News, 1872 (grazie Wiki)

Nel 1875 malgrado i commercianti arabi avessero provato a dissuaderlo, Stanley tenta una incursione in Rwanda. Lo accolgono con le frecce, e batte in ritirata. I primi quattro missionari dei Padri Bianchi entrano in Burundi nel 1879.

Il 1985 è un anno importante perché si svolge la Conferenza di Berlino, le potenze europee si ritrovarono con i loro capi di stato, esploratori, geografi e missionari per spartirsi la “torta africana”… per la cronaca nessun africano partecipò alla conferenza. L’Inghilterra, la Francia e Leopoldo II (re del Belgio) divennero proprietari della maggior parte dell’Africa. Germania, Portogallo, Spagna e Italia tapparono i buchi. Uno di questi buchi erano il Rwanda e il Burundi che furono affidati alla Germania di Bismark.

Un certo Barman (un nome un programma), dottore austriaco, risalì il fiume del Burundi Nilo-Kager, vera prima sorgente del grande Nilo e fu il primo ad attraversare il Burundi. Il 26 novembre 1885 un decreto imperiale tedesco dichiarò proprietà del Reich “tutte le terre non abitate dagli autoctoni”… La cosa divertente è che nessun autoctono ne seppe niente e cosa ancor più divertente è che in Rwanda e Burundi mica sapevano cosa volesse dire la parola autoctono! Il dominio coloniale che viene loro imposto era tardivo ed arrivava in una società intatta che non aveva mai visto, se non di rado, il passaggio di esploratori, missionari bianchi o commercianti. Anche i tedeschi non si interessarono troppo del loro possedimento coloniale: i primi europei visitarono il paese tra il 1892 e il 1894. Il momento più memorabile del colonialismo tedesco in Rwanda si ebbe quando il conte Von Gotzen presentò uno spettacolo di tiro con la carabina alla corte del mwami Kigeri IV Rwabugiri; un successo assicurato. Dal 1895 e un po’ contro voglia i tedeschi cominciano lentamente a insediarsi in Rwanda e in Burundi. Nel 1899 Yuhi V riconosce il protettorato tedesco.

Il conte Gustav Adolf von Götzen con baffi e patacche (grazie di nuovo, Wiki)

La colonizzazione in Africa generalmente sarà resa possibile grazie allo studio a tavolino della cosiddetta “regola della terza C” (si ricorda peraltro anche un telefilm):

La prima C sta per CRISTIANI: se un missionario europeo arrivava da così lontano per cercare di redimere degli africani qualcosa alla base ci doveva essere. Perché gli africani non sono andati in Europa? Da ciò si evince che sicuramente la religione europea era notevolmente migliore e per questo gli africani non poterono che accettarla. Viene fatta tabula rasa di tutte le tradizioni, se il dio dell’europeo è migliore anche l’europeo è meglio dell’africano. Il metodo dei missionari seguì il teorema di “africano = bambino = sacco vuoto da riempire”, prima però il sacco era stato svuotato per bene! L’africano non sapeva niente, non pensava a niente per cui doveva ragionare come il missionario altrimenti sarebbe finito all’inferno.

La seconda C sta per COMMERCIO: ogni missionario tornava a casa, incontrava gli amici e portava con se in Africa almeno una persona, un uomo d’affari diciamo, così che potesse gestire meglio i commerci. Quando hai già accettato la mia religione a quel punto per forza ti devi rendere conto di come sono più elegante rispetto a te, quanto sono più profumato di te? Una persona viene a battezzarsi e tu gli regali una maglia nuova, il giorno dopo qualcun altro arriverà per il battesimo finché avere la maglia non sarà una necessità. Il missionario capisce che pensare alla religione e ai business è dura per cui torna un’altra volta a casa e porta con se la terza C.

La terza C sta per COLONIZZATORI o amministratori: queste persone saranno incaricate di amministrare tutta la macchina colonizzatrice e di coordinare il lavoro dei missionari e dei commercianti.

Il 1906 è un anno importante per Rwanda e Burundi perché mercato, religione e amministrazione saranno effettivamente tutti nelle mani della Chiesa e dei suoi collaboratori. I problemi però rimangono e gli autoctoni non si vogliono proprio convertire al cattolicesimo (nel 1910 in Burundi solo 1.000 persone si sono convertite). Finita la seconda guerra mondiale nel 1919 il mandato per il Rwanda-Burundi è affidato al Belgio che s’interesserà in maniera più forte e decisa ai due Paesi.

Alla prossima

Piedone l’Africano