Tiramisù pastafarian-piratesco all’ananas

Alcune parole, poi la ricetta

Antica tradizione piratesca è quella dell’ospitalità: quando si invita non si chiede niente, e se l’ospite insiste gli si propone la componente alcolica o il dolce. Quando si viene invitati si insiste per la classica ‘bussata coi piedi’: non sia mai che un pirata varca la soglia dell’abitazione di un compagno di scorribande per un invito, senza che le mani siano colme di libagioni!

Questa la premessa. Insomma: io e la mia amata veniamo invitati a cena da una coppia di amici. Già al telefono mi propongo per una ricetta nuova di cui mi ha parlato con grande entusiasmo un’altra coppia di amici. Lei come artefice, lui come consumatore. Sto parlando del classico tiramisù all’ananas.


Ricetta che non ho mai avuto il piacere né di fare né di mangiare. Ma proviamo.

Non volevo però disturbare colei che mi ha portato al’attenzione la ricetta: ha avuto una bimba ieri, e facilmente avrà altro da fare che non dettarmi una ricetta al telefono. Ebbene sì: anche noi rozzi bucanieri non siamo immuni da rare delicatezze. Gliela chiederò domani, in ogni caso: passeremo a trovarla, lei e a bimba.

E allora si va nell’oceano internettiano e si seguono le istruzioni. Supermercato per il mascarpone, la panna, l’ananas e la birra (l’ultima non è per la ricetta, è per l’ispirazione del cuoco). Il resto degli ingredienti è già in cambusa che aspetta il suo destino. Rompi, sbatti, mescola, stratifica e disponi. Ed ecco! Appare Colui Che Tutto Dispone Con Spaghettosa Asimmetria! La mia mano, che d’ora in poi non potrò più lavare se non nella birra benedetta, è stata inconsapevolmente guidata nella disposizione dell’ultimo strato di ananas verso l’ennesima dimostrazione della Sua Divina Esistenza!

Grande il mio stupore, ma conoscendo la nota abitudine del Signore del Carboidrato ad apparire nei momenti più impensabili, porto sempre con me una macchina fotografica carica. E con questa ho immortalato la Sacra Apparizione, affinché l’apparizione non serva solo a me, già devoto seguace, ma anche a tutti quelli che ancora hanno bisogno di vedere per credere. Qui di seguito la ricetta, perché anche voi possiate fare questo in memoria di Lui.

Ingredienti!

1) Uno scatolotto di mascarpone, di quelli da mezzo chilo.

2) Un bel po’ di ananas a fette sciroppato. Magari anche più di una latta.

3) Uova. Facciamo cinque.

4) Zucchero di canna, che è più salutare di quell’altro che viene sbiancato con il dentifricio avanzato nei tubetti che buttate nella spazzatura. Non è che siccome siamo pirati dobbiamo per forza farci del male ogni volta. Dai.

5) I noti biscotti usati per il tiramisù che non si dovrebbe dire la marca ma che di fatto si chiamano così perché li fa solo una marca, di cui sono anche il diminutivo. Se non l’avete ancora capito copiate questa roba bianca compresa qui di seguito tra i due trattini

Pavesini! Ci voleva tanto!?

e incollatela da un’altra parte, tipo nel blocco note del vostro computer. Apparirà magicamente il nome del prodotto, come quando si usa l’inchiostro simpatico per le mappe del tesoro.

6) Panna liquida. Non dico quanta ne serve, perché in ogni caso verrà buttata via tutta, visto che immancabilmente sbattendola si autoscompone in una cosa viscida e sbavosa, totalmente inservibile. Se siete più astuti di me, potreste anche pensare di fare direttamente a meno di prenderla.

Procedimento!

Prendiamo dall’antello il robot col braccio che monta. Dobbiamo montarci la panna e i tuorli delle uova, quindi iniziamo dalla panna, visto che è bianca ed è più facile che sia lei a sporcarsi di tuorlo che non i tuorli a sporcarsi di panna. Vai con la frullata! Distraiamoci un attimo ed iniziamo a rompere un paio di uova, facendo attenzione a separare i tuorli dagli albumi. Dopo due uova ci giriamo per accorgerci che la panna, da cosa liquida e di aspetto decoroso che era, si è duplicata in una serie di grumetti bianchicci e in un liquido di brutto aspetto. Ecco: è da buttare. Cerchiamo di buttare tutto nel lavandino, ma questa Cosa ha già via propria e non vuole andarci, nel buco del lavandino. Preferisce propagarsi sui fornelli e sul piano di lavoro, o più semplicemente ignorare la forza di gravità e rimanere aggrappata al contenitore o risalire la propria mano esasperata, per cercare di infilarsi sotto la maglietta. Se proviamo ad usare una spugna, questa diventerà rapidamente complice della Cosa, e propagherà minuscole colonie di Cosa in tutti i posti in cui cercherò di usarla.

Dopo una strenua battaglia a colpi di rotoloni di carta, si riesce a spostare le ambizioni espansionistiche della Cosa verso il cestino dello sporco. Riconquistando la fiducia della spugna, ormai liberata, riusciamo a riprendere il controllo della cucina.

Ci si chiede a questo punto come si può rimpiazzare la panna nella ricetta. Andiamo al mercato a prendere una sola altra confezione di panna liquida? No dai. Ma ci viene in mente che avevamo giusto da parte gli albumi delle uova, perché il bravo cuoco pirata delle uova butta via solo i gusci. E a volte nemmeno quelli. Chissà. Riprendiamo la ricetta.

Finiamo di separare i bianchi dai rossi. Poi facciamo coi bianchi quello che abbiamo tentato di fare prima con la panna mutante. Stavolta non succede niente di imprevisto: gli albumi da opachi traslucidi diventano bianchi e spumosi. Bello: questa variazione mi affascina sempre, quando non cerca di uccidermi.

Spostiamo la spumosità in un altro posto, diamo una pulita sommaria al contenitore del robot e ci mettiamo i tuorli con un po’ di zucchero di canna, tipo cinque o sei cucchiai. E via a mescolare di nuovo. E dopo un po’ ci buttiamo dentro il mascarpone, un po’ alla volta. Qui non aumenta di volume, ma diventa bello cremoso, di un giallo tenue anche invitante. Potete anche assaggiarlo, se volete, così magari vi regolate con lo zucchero. Se invece provate ad assaggiare gli albumi montati, potrete apprezzare il sapore più inutile della cucina, insieme ad una consistenza decisamente fastidiosa. D’altra parte, non ha nemmeno molto senso assaggiare un composto che composto non è, dato che è fatto solo di un ingrediente. Meglio assaggiare la crema giallina fatta di tuorli e mascarpone, che dovrebbe avere un sapore più decente. Se non è così, credo sia meglio che la buttiate e ne facciate un’altra da capo.

Quando la crema di mascarpone è bella omogenea, tiratela fuori dal contenitore del robot e mettetela in una bella ciotola capiente. Poi un po’ alla volta ci buttate sopra a palettate un po’ di albumi montati, mescolando con la celebre e misteriosa mossa “dalll’alto verso il basso”. Ovvero prendendo palettate di crema gialla e buttandola delicatamente sopra alla roba spumosa bianca. E poi mescolando. E via così finché non ci sono più una spuma bianca e una crea giallina, ma solamente una crema, di un giallo ancora più chiaro.

Finalmente possiamo impossessarci del barattolo di ananas. Evitiamo magari di appoggiarlo sul piano di lavoro: considerate che queste latte, data la loro leggendaria impermeabilità a tutto e tutti, spesso e volentieri prima di arrivare nella vostra cambusa stanno in posti non dei più puliti. Quindi meglio tenerle lontane da tutto il resto. L’avete appoggiato già appoggiato nella crema?  Pazienza.

Aprite il nefasto barattolo. Non buttare via lo sciroppo che ci serve. Mettete lo sciroppo da una parte e le fette da un’altra, o lasciatele nel barattolo.

Vai ora con i biscotti Pavesini. Li passiamo al volo nello sciroppo dell’ananas e via nel contenitore che abbiamo scelto per presentare il nostro tiramisù. Li disponiamo in modo da coprire la maggior superficie possibile.

Poi un bello strato di ananas, fatto a pezzettini piccoli. Quindi vai con la malta gialla che abbiamo fatto prima.

E ancora: biscotti, ananas a pezzettini e crema gialla. Ad libitum, o almeno finché uno dei tre ingredienti non viene a mancare, o il tiramisù non raggiunge altezze inquietanti. Ricordatevi solo di tenere un po’ di fette di ananas per la decorazione superficiale, altrimenti i vostri commensali non avrebbero indizi per capire che quello che hanno di fronte è un tiramisù all’ananas e non una pirofila piena di una sostanza semisolida gialla.

E a questo punto, se avete fatto tutto come si deve, anche voi avrete composto la Sua Mirabile Immagine sulla superficie del dolce! Passate nella pellicola il contenitore e infilatelo in frigo per qualche ora, a benedire con la Sua Meravigliosa Presenza gli altri ingredienti.

Gustate freddo.