Alla planaria ricresce la testa e la memoria: una nuova spaghettosa evidenza

Dalla Tufts University arriva una nuova prova del tocco sugoso del Flying Spaghetti Monster. Dopo attenti studi condotti da eminenti ricercatori sulle planarie, celebri vermi platelminti lunghi qualche centimetro amanti degli stagni, emerge che non solo sono in grado di rigenerare la loro testa a seguito di una accidentale decapitazione, ma addirittura di recuperare tutta l’istruzione e la conoscenza pregressa.

 

spaghettosa planaria

 

Come si è capito questo: è subito spiegato: le planarie odiano la luce e gli spazi aperti, preferendo gli ambienti bui. Ma i nostri scienziati hanno istruito un po’ di planarie a andare contro il loro istinto, nutrendole in posti luminosi. Quindi, dopo che questi simpatici vermi hanno imparato a cercare la luce ogni volta che avevano fame, gli ancora più simpatici scienziati della Tufts li hanno decapitati tutti.

 


 

planaria decapitata

 

Ma non sono morti, perché le planarie fanno parte di quegli animali fortunati a cui la testa ricresce, e così è stato anche questa volta. La cosa affascinante però è che non solo la testa è ricresciuta, ma insieme alla testa nuova di zecca le planarie si sono ritrovate il bagaglio culturale conquistato con la testa precedente. Si è infatti visto come queste planarie hanno ripreso a dirigersi nelle zone luminose molto più velocemente di altre planarie non educate.

 

Bello, vero? Tutto ciò diventa meno sorprendente però agli occhi di ogni buon pirata pastafariano, che avrà sicuramente ravvisato la lampante somiglianza della planaria con una Appendice Spaghettosa, in particolare con una delle due munite di occhi. Di conseguenza viene da sé che la planaria è assimilabile ad un Sacro Spaghetto, e che quindi anche in condizioni di decapitazione non lo si può considerare come un semplice verme acefalo, ma piuttosto come una piccola parte di una Potente e Sugosa Entità. Non c’è da sorprendersi quindi che la loro testa venga rigenerata sia fisicamente che culturalmente con la stessa semplicità con cui mi viene riempito un bicchiere di birra vuoto nella mia locanda preferita.

 

Non viene spiegato che tipo di cibo sia stato proposto a questo gruppo di planarie per convincerle ad andare contro natura e superare il loro timore per la luce, ma non mi sorprenderebbe scoprire che si tratti di qualcosa di sugoso, come una amatriciana, del pesto o una carbonara. Resta in ogni caso sicuro come questa sia una ulteriore, ennesima prova dell’esistenza del Signore degli Spaghetti, il divino Flying Spaghetti Monster.

 

Hasta la pasta!