Per chi difende i diritti dei propri figli, a condizione che non siano gay

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Domenica un milione di omofobi è sceso in piazza a manifestare contro la pericolosa teoria teoria gender. E a ragione, ci sono un bel po’ di cose di cui preoccuparsi:

  • la teoria gender vuole promuovere l’omosessualità a discapito dell’eterosessualità
  • la teoria gender vuole sottoporre tutti i bambini dagli asili nido in poi a dimostrazioni pratiche di masturbazione individuale e collettiva
  • la teoria gender è subdola, e vuole accomunare un po’ di sana omofobia dettata da antichi princìpi morali e religiosi a concetti brutti come il bullismo. Come se un gruppo di maschietti non avesse più il sacrosanto diritto di schernire quel bambino un po’ effeminato che non si comporta come un vero maschietto
  • la teoria gender è mossa dalla potente lobby italiana dei gay, ovvero quei diabolici sovversivi  in tacchi a spillo che anche se da un lato non sono in grado di ottenere nemmeno una cosa elementare come il diritto all’unione civile, dall’altro riescono a muovere una macchinazione perversa che coinvolge nientemeno che l’OMS e diversi ministeri italiani

 

Forse sto sbagliando ad usare la parola omofobi, che suona così male. Meglio dire difensori dei princìpi della famiglia naturale, che subito li fa passare dalla parte della ragione che è di chi si difende da una oppressione, e non li fa sembrare come gente che vuole negare ad altri i diritti che a loro sono concessi. Chi invece è discriminato diventa un pericoloso cospiratore da cui dobbiamo tutti difenderci.

pqotdtm-jd-i-will-surviveTutto questo però non tiene conto di una cosa di per sé anche abbastanza elementare: la teoria gender non esiste. Non esiste una cospirazione dei gay per prendere il controllo del genere umano, per trasformare l’umanità in un immenso gay pride permanente. Non esiste anche solo per il fatto che i gay non sono stupidi come gli omofobi che gli danno addosso, e sanno che se fossimo tutti gay, nessuno farebbe più figli e loro stessi non potrebbero più adottarne. L’umanità intera si estinguerebbe in una generazione sulle note di I will survive.

Quando vedo tutta quella gente riunita in uno stesso posto, mi sento triste per loro, per tutti gli sforzi ci mettono a manifestare contro una cosa che li spaventa veramente, ma che ha assunto i toni delle più note cospirazioni quali le scie comiche e l’uomo falena. Solo che in questo caso non abbiamo a che fare con cospirazionisti professionisti che si nascondono dietro a nickname ad effetto per muoversi esclusivamente in forum e blog a tema. Queste qui sono persone che sono andate fisicamente in piazza a protestare. Non si è mai vista una tale folla di sciachimichisti in piazza. A volte mi viene persino il dubbio che esistano davvero, e che in realtà non siano che dei bot programmati da qualche ente segreto per catturare ed isolare gli stupidi del paese; questa sì che sarebbe una bella cospirazione. I famiglianaturalisti invece esistono, e hanno paura di questa teoria gender di cui ne hanno sentito di tutti i colori al punto da ritrovarsi in piazza per confortarsi l’un l’altro e per manifestare le loro preoccupazioni. Peccato però che la teoria gender ricalchi in tutto e per tutto lo stile della megacospirazione universale:

  • poche fonti certe. Una è questa, peraltro promossa nientemeno che dall’OMS, e un’altra è il famoso progetto UNARopuscolo dell’UNAR che il Dipartimento della pari opportunità della presidenza del consiglio dei ministri ha fatto preparato per gli insegnanti delle scuole, contestato nientemeno che dai vescovi italiani perché giudicato destrutturante e  persecutorio nei confronti della famiglia.
  • una marea di voci che riportano notizie false o travisate, ma prendendole per certe, seguendo la regola che più volte una menzogna viene pronunciata, più è facile che finisca per diventare una realtà. I due documenti ufficiali citati qui sopra non parlano certo di sedute di masturbazione di gruppo tra bambini, o inviti al cambio periodico del sesso, giusto per fare un esempio. Chiaramente siete invitati a controllare.

 

Ciò non toglie che queste persone, che magari sono solo un po’ credulone e poco informate, mi facciano pure un po’ pena. D’accordo che non saranno molto pratiche di cospirazioni, che magari non hanno nemmeno Internet per andare a vedere se tutte le sciocchezze che gli vengono dette sulla teoria gender sono vere, o che è gente non molto critica, abituata a bersi sempre tutto di quello che gli viene detto dalle loro sorgenti ufficiali di informazione religiosa. Ma questo non significa che non siano omofobi. E se non sono in grado di usare la loro testa per capire cosa sia veramente giusto o sbagliato e quale sia la differenza tra negare i diritti ad altri e mantenere i propri, allora sono anche persone sciocche e pericolose.

A volte penso a mio figlio, che ha quasi due anni. E’ un maschietto e gli piacciono le ruspe ed i trattori, anche se il suo bel faccino e la sua testa piena di riccioli lo fanno spesso confondere dai passanti per una bambina. Non gli ho imposto io di giocare con le ruspe, negandogli magari il permesso di giocare a vestire e pettinare delle bambole, ma non ha importanza. Se mai un giorno si renderà conto di essere omosessuale, sarei onorato e orgoglioso se non me lo nasconderà, come se fosse una cosa normale ed accettabile, e non qualcosa di peccaminoso o imbarazzante. Avrò motivo di essere triste per questa notizia solo se per allora non saremo ancora riusciti a far riconoscere agli omosessuali gli stessi diritti alla famiglia degli eterosessuali, perché significa che mio figlio ed il suo compagno dovranno ancora lottare per avere un diritto fondamentale riconosciuto dalla stessa unione europea.

Mi chiedo invece cosa dovesse accadere se non è mio figlio a rendersi conto di essere gay, ma quello del tipo che tiene lo striscione in mezzo alla foto in testa a questo articolo. Non credo che avrà molto voglia di dirlo al suo papà, come non credo che suo padre sarà felice di sentirselo dire, o si sia preoccupato troppo di questa terribile eventualità. Magari ha semplicemente confidato che queste cose accadono solo a chi abbassa la guardia con i gay, o magari a chi permette che il proprio bambino giochi al parco con uno che ha già contratto la malattia dell’omosessualità, prendendosi anche lui l’infezione. come i bambini che si sono ritrovati a vivere loro malgrado in una famiglia innaturale (artificiale? artefatta?) che si vedono alla fine di questi filmato: questi bimbi sono chiaramente condannati a diventare gay come i loro genitori e a propagare il virus gender.

Quello che credo poi è che una persona possa diventare omofoba per nascondere un’omosessualità latente. E non sono solo io a crederlo: ne ho trovato conferma qui, ad esempio. Quando sento il solito politico ottuso e nostalgico del bel ventennio andato che sbraita in difesa della famiglia naturale, mi viene subito da pensare a lui come ad un pover’uomo infelice e represso, costretto dalla sua educazione a comportarsi in un modo idiota, arrogante e contro la sua natura, per nascondere una condizione di omosessualità trattata da lui stesso come un mostro imbarazzante che si porta nella pancia con cui non riesce a confrontarsi e da cui non riesce a liberarsi. Un gay latente e omofobo, che facilmente si è trovato a sua volta nell’impossibilità di rivelare la propria condizione a dei genitori chiusi ed oppressivi, finirà per compiere gli stessi errori con i suoi figli. Purtroppo per loro, alzare la voce o striscioni scritti a caratteri cubitali non li proteggerà mai dal pericoloso contagio gay, e non farà altro che mettere a disagio un eventuale figlio omosessuale che si troverà costretto a convivere di nascosto con la sua condizione, alimentando di generazione in generazione una lunga serie di sensi di colpa irrisolti e magari arrivando a convincersi che sia davvero una malattia di cui vergognarsi e da cercare di curare, nel caso di nascosto. Forse è l’occasione di parlare un po’ ai propri figli invece di limitarsi ad indottrinarsi secondo il credo delle proprie paure, e seguire il consiglio di una che fa uno dei mestieri del futuro, l’ideologa del gender.

Che poi, l’omosessualità non è una malattia. Se siete degli scienziati disoccupati o pagati dalla CEI, smettetela di cercare il vaccino. Casomai vedete di trovare una cura contro l’omofobia.

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