Al piccolo talebano che c’è in ogni persona

Questa storia dei talebani in Afghanistan non piace proprio a nessuno. Per primi non piace a tutti gli afghani che non sono talebani, ma oltre a loro non piace alla sinistra, perché ha già visto che i talebani hanno poco rispetto dei diritti delle donne e in generale di tutti quelli che non sono talebani e che sono meno armati di loro. Non piace alla destra perché genera nuove ondate di migranti con la barba e vestiti che sembrano tutti terroristi, che vengono a chiedere a casa nostra quei diritti elementari che gli vengono negati a casa loro. E’ quel tipo di atteggiamento che la destra giudica subito come arrogante e poco rispettoso delle nostre radici cristiane.

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Quella cosa strana che è diventata l’estrema destra

Sono cresciuto in un periodo storico in cui mi hanno insegnato che a sentir dire Estrema destra subito bisognava pensare a quell’orribile persona qui

Siccome non volevo l’orribile persona sul mio sito Internet, l’ho celata usando questo volantino d’epoca. Per trovarla dovete stampare il foglio e risolvere il gioco da voi da voi

per tutte le cose orribili che ha fatto, un po’ come se fosse tutta colpa sua e che se non ci fosse stato lui non sarebbe successo assolutamente niente. Dopo di che bisognava pensare a quei tipi, di solito maschi, rasati e minacciosi, che nonostante ogni evidenza e decenza continuano ad adorarlo secondo una loro strana versione alternativa della storia.

Gente come questa qui, giusto per capirci:

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Il partito laico

Laika, la famosa cagnetta russa che per ironia della sorte è morta nell’alto dei cieli

Una cosa che mi renderebbe estremamente felice è di poter votare un partito con un unico obiettivo: la laicità. Voglio che sia un partito, sia chiaro fin da subito: non un movimento, un sentimento popolare o quelle cose lì non ben definite che vanno di moda adesso ma che alla fine ci si chiede a cosa servono e che intenzioni hanno. In più non voglio che sia un partito ateo o pastafariano, altrimenti siamo al punto di prima, perché non voglio che si arrivi ad uno stato ateo e nemmeno che promuova la mia religione come religione di stato, anche se è considerata di gran lunga la migliore da tutti i suoi appartenenti. Magari sarebbe divertente all’inizio essere governati da una ciurma di pirati scanzonati, ma credo che nel giro di qualche generazione si arriverebbe a compiere gli stessi errori in cui immancabilmente cadono le religioni di ogni tempo e luogo quando passano dalla condizione di martirio a quella di potere. Come pure gli stati in cui l’ateismo è stato considerato come una specie di religione obbligatoria sono tutti posti in cui non andrei volentieri a vivere, che hanno in più lo svantaggio di generare nuove ondate di màrtiri religiosi. Meglio parlare di laicità.

Magari non a tutti è chiaro cosa sia la laicità, e perché vada difesa e promossa. E chi poteva trovare migliore definizione del concetto di laicità se non dio stesso? Ecco quindi la sintetica ma incontestabile parola di Gesù Cristo, leader indiscusso di tutte le religioni cristiane nonché unico punto in comune tra loro. Come il suo evangelista riporta (Mt 22-21) Gesù, stuzzicato da alcuni signori che non sapevano di finire registrati nel vangelo, un giorno disse:

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Gli dei, l’HACCP e la prevenzione dei rischi in generale

E’ una tradizione un po’ di tutte le religioni di successo di pensare in grande: grandi edifici di preghiera, grandi poteri attribuiti al loro dio, grandi miracoli, grandi esplosioni in luoghi affollati da un gran numero di persone, grandi ricompense o punizioni per chi si comporta bene o male. Sembra proprio che la discrezione non sia la chiave del successo per una religione.

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Le costose religioni degli dei onnipotenti

Questa mattina, mentre mi imbattevo sul giornale nel racconto delle ennesime avventure fuori porta dell’anziano intermediario divino di una religione concorrente, mi sono ritrovato a pensare ad uno strano paradosso religioso moderno: quello per cui più una religione si fa vanto dell’onnipotenza del proprio dio più, stranamente, la religione stessa ha bisogno di ingenti e costose strutture per sopravvivere. Questo per me è proprio stranissimo: se un dio è davvevo così potente, come può non essere in grado di comunicare direttamente con i suoi fedeli con parole semplici e soprattutto non equivocabili, attraverso un mezzo di informazione adeguato? Ed invece no: ci ritroviamo questa gran confusione di divini tirapiedi ad intasare ogni mezzo di comunicazione: giornali, radio, televisioni, Internet più tutti quelli che non hanno ancora inventato. E questi sono solo i mezzi invasivi involontari, ovvero quelli in cui chiunque, seguace o meno della tal religione, si ritrova a doversi sorbire le opinioni del prelato di turno. Se uno è un devoto seguace e frequenta anche i luoghi di culto si becca anche la dose extra, quella senza la quale va dritti all’inferno. Ma non sarebbe più semplice usare proprio l’evento del rito periodico per tutte le comunicazioni, e liberare tutti i mass-media da quel genere di informazione di scarsissimo interesse per chi crede in qualcos’altro o in niente del tutto?

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Quando, non so perché, mi ritrovo a difendere l’islam

Per qualche strano motivo, mi ritrovo più spesso a difendere i diritti dei mussulmani che non quelli di gruppi di persone che mi stiano più care, tipo i pastafariani, gli atei o i gozeriani. Come se poi a me i mussulmani stiano particolarmente simpatici, o che stia pensando di abbracciare in segreto la loro religione. Forse che gli atei, i pastafariani ed i gozeriani sono pochi e discreti, non suonano i campanelli, non esplodono e non guidano grossi camion sopra le persone; basta questo a renderli simpatici un po’ a tutti, e basta dire apertamente quanto ci stiano simpatici per dare prova tangibile di essere persone aperte e tolleranti.

“Io ho grande rispetto degli atei! Ho avuto un professore al liceo che era ateo e comunista, che non solo non mangiava i bambini, era pure molto bravo ad insegnare!”

Ecco, se uno dice così si può considerare automaticamente una persona per bene e tollerante, quindi migliore di tutti i mussulmani.

E qui intervengo io, a farmi del male. Vorrei spiegare a queste persone per bene e tolleranti che anche se ci sono molti mussulmani che sono un po’ retrogradi, esplosivi o maleducati, questo non vuol dire che lo siano tutti. Che sono certo che ci sono dei mussulmani che sono moderni, educati e che non esplodono. Sarei quasi tentato di citare un famoso best-seller dell’antica Mesopotamia, in cui un dio in cerca di consensi si era trovato a discutere con un suo seguace se radere o no al suolo un paio di città, a seconda che quest’uomo vi avesse trovato o no un piccolo numero di persone conformi alle sue leggi divine.

Arrivo anche a dire che conosco alcuni mussulmani che non solo si comportano in maniera civile, ma che non li ho mai visti pregare una volta, e che quando ne hanno voglia si fanno una birra e si mangiano pane e salame. Ma qui interviene il buon cristiano, esperto ad applicare agli altri le morali altrui:

“Se non rispettano le leggi dell’islam, allora non sono mussulmani, perché il corano va seguito alla lettera, e dice chiaramente che per essere dei buon mussulmani bisogna picchiare le proprie mogli e uccidere tutti i cristiani”

Già. Non ho letto il corano, ma pare che ci sia scritto così. A dire il vero non l’ha letto nemmeno il nostro moralista cristiano, ma a lui è sufficiente che l’abbia detto Magdi Allam alla televisione.

E via così. Loro a citare casi di mussulmani retrogradi, esplosivi o maleducati, ed io a dire che magari non sono tutti così, ma anche a dire quanto mi dia fastidio dover ogni volta difendere proprio i mussulmani dalle accuse lanciate da dei cristiani così aperti e tolleranti. Preferirei poter scegliere un altro grupo religioso a cui mi sento più vicino, ma così va il mondo, e mi fa passare per uno che è contento quando un uomo picchia sua moglie.

Potrei parlarne ancora per molto tempo, ma se mi sono annoiato io a discuterne, chissà chi legge. La chiuderei da dove ho iniziato, con l’autodichiarazione di tolleranza e apertura del buon cristiano, che è più o meno quella citata all’inizio:

“Io ho grande rispetto degli atei, per me l’ateo ha diritto a vivere la sua vita come ogni credente”

Parole che inciderei a fuoco sulla porta del bagno di casa mia, ma che dette dalla persona che voleva battezzare mio figlio di nascosto suonano un po’ contraddittorie. Strano modo di rispettare le persone.

Messaggio per i suicidi mussulmani che non si sono ancora fatti esplodere

Varoom!-Lichtenstein
Esplosione Pop di Lichtenstein, dalla Wikipedia

Ogni volta che sento parlare dell’ennesima strage ad opera di un aspirante martire mussulmano, mi viene da pensare a che povero mentecatto debba essere stato in vita, per valutare così poco la propria esistenza e rinunciarci in un modo così poco elegante: arrivare perdere la vita solo perché qualcuno più sveglio di te ti ha detto che finirai in un posto meraviglioso dove passerai un tempo infinito a deflorare un numero finito di vergini; mi sembra proprio una scemata fatta apposta per imbrogliare i gonzi.

Quindi vorrei dire questo:

Il vostro dio non esiste: è tutta una trovata per rincoglionirvi e farvi fare delle cose drammaticamente stupide, e la vostra politica del farvi saltare per aria uccidendo un po’ di persone abbastanza intelligenti da non pensarla come voi non funziona: non ci state convertendo neanche un po’

Ecco, giusto per capirci. Perché se pensate di ucciderci tutti in questo modo, non ce la farete mai, e finisce che voi siete morti e la maggior parte di noi è ancora viva, alcuni poi intenti a riconoscere i brandelli appiccicosi del vostro cadavere dal DNA. Per quanto alcuni di noi abbiano paura a prendere la metropolitana, l’aereo o a frequentare luoghi affollati, stiamo comunque continuando a fare un numero di figli maggiore delle persone che voi state uccidendo. Fanno molte più vittime il tabacco, il cancro o gli incidenti stradali. Se volete essere più efficaci dovreste cambiare politica, per esempio andando in piazza a regalare sigarette senza filtro, grandi tagli di carne rossa o automobili e motociclette di grossa cilindrata.

E pure, come ho già detto, la vostra è una religione veramente brutta. Bisogna essere proprio dei deficienti per passare dalle nostre religioni poco invasive ad una che arriva a chiederti di saltare per aria sulla base di una serie di promesse mai dimostrate. Le nostre religioni nella peggiore delle ipotesi ci chiedono di non mangiare il pesce nei venerdì di quaresima e di frequentare una chiesa per un’ora a settimana più le feste comandate. Niente digiuni, niente menù ridotti, niente preghiere obbligate, pellegrinaggi e crociate contro gli infedeli. E non cambieremo nemmeno la nostra religione solo per farvi contenti, visto che siete talmente approssimativi nelle vostre squallide dimostrazioni di forza che vi limitate ad esplodere in luoghi affollati, non in luoghi affollati esclusivamente da fedeli di altre religioni. Non è proprio uno dei sistemi più raffinati di pulizia religiosa.

Forse è solo che siete dei repressi sessuali perché non riuscite ad aver successo con le donne occidentali a causa del vostro ridicolo machismo fatto di bigotteria religiosa, musica inascoltabile, maschilismo da medioevo, violenza domestica e passione per le armi. Probabilmente è per questo che una promessa di un gran numero di vergini fa così presa su di voi. Se volete avere successo con le donne occidentali e placare un po’ i vostri bollenti spiriti, iniziate a comportarvi bene, ad essere rispettosi ed amorevoli, ad abbassare il volume della radio e magari a sintonizzarvi su stazioni normali, perché da queste parti nessuno ascolta Servo per amore in automobile o in casa a tutto volume: penso che anche dio ne sarebbe un po’ imbarazzato. Vedrete che le cose inizieranno ad andare un po’ meglio. Le nostre donne non amano essere trattate come pecore, ed in genere vogliono l’esclusiva: dovreste abituarvi a questa cosa. Se dà fastidio a voi quando la vostra donna soddisfa anche i piaceri di altri tre uomini, allora mettete in conto che anche a lei può urtare il fatto che voi ve la vediate con altre tre donne. Si tratta di uguaglianza dei sessi, è una cosa giusta e dovreste abituarvi anche a questo. Per lo stesso motivo sappiate che non è giusto uccidere, molestare, picchiare la vostra donna o i vostri figli solo perché non la pensano come voi, e per di più è contro la legge di ogni stato civile. Facilmente siete voi ad essere degli ottusi bigotti, e invece di cercare di reprimere le persone che vi stanno accanto, potreste cogliere l’occasione per migliorarvi imparando da loro. Vedrete che se impiegate il tempo ad amare i vostri cari invece che ad odiare noi che abbiamo un dio diverso dal nostro vi porterà ad abbandonare i vostri propositi di sparpagliare il vostro corpo in un luogo pubblico.

I problemi dell’educazione religiosa dei figli per un padre ateo e pastafariano

E’ facile convertirsi al Pastafarianesimo: è una religione che offre tutte le agevolazioni, non è esigente, non richiede la frequenza a noiosi riti nei giorni di festa e non vede nella sofferenza e nel sacrificio un modo di avvicinarsi a dio.

 

Quello che però è meno facile è conciliare tutto questo con l’educazione di un figlio. Probabilmente perché nel frattempo ho conosciuto più a fondo questa religione, ed insieme ad essa anche tante questioni. Argomenti sottili, che arrivano a toccare anche altre religioni, prima fra tutte la negazione stessa della religione, l’ateismo. Tutti questi ragionamenti, spesso guidati dall’illuminazione di qualche birra consumata in compagnia di amici nella mia taverna preferita, non hanno mai fatto vacillare la mia fede nel Pastafarianesimo, anzi l’hanno rafforzata ed integrata di una forte dose di razionalità. Il risultato è che si è complicato l’approccio spensierato ed entusiasta dei primi tempi. Per altre religioni parlare di fede razionale è un controsenso se non addirittura una bestemmia: si sa che nelle religioni un po’ inconsistenti la ragione allontana dalla fede, e quindi il pensiero fine e autonomo viene scoraggiato fortemente. Ma nel Pastafarianesimo si può ragionare: da soli, in una euforica compagnia di amici, con degli sconosciuti rispettosi e non armati. E il ragionamento non può che portare nuovi argomenti a rafforzare questa religione: ecco uno dei punti che più amo e che più dà vento alle vele della mia fede razionale in questa religione.

 

Ma partiamo con ordine. Il Pastafarianesimo è una religione, ed io ne sono un devoto seguace. Secondo il modo di agire comune alle altre religioni, dovrei volere che pure mio figlio lo sia allo stesso modo. Da pastafariano, mi auguro che conduca sul pianeta una vita felice, rispettosa e ricca di soddisfazioni, e che giunto alla fine della stessa si meriti appieno il suo spumeggiante vulcano di birra fresca con annessa la fabbrica di conturbanti spogliarelliste. Ma ho già detto che il pastafarianesimo è una religione particolare, che accoglie a braccia aperte nella sua comunità anche persone che non credono alla lettera nell’esistenza del Flying Spaghetti Monster, ma che semplicemente scelgono di accettarne i consigli di comportamento. Questo rende automaticamente pastafariana qualunque persona del pianeta, a condizione che segua dei precetti morali coerenti con i nostri. Anche a sua insaputa, già. E soprattutto, anche se crede in una divinità concorrente. Il Flying Spaghetti Monster, a differenza di gran parte delle divinità monoteistiche moderne e passate, non è per niente geloso, e non minaccia mai di scatenare la sua collera contro chi crede in altri dei o non crede in lui. Diciamo pure che il Signore del Carboidrato in questo è una divinità controcorrente, perché non si limita a suggerire dei comportamenti, ma è il primo a dare il buon esempio seguendo lui stesso le sue indicazioni di tolleranza e rispetto.

Obama Pirata Pastafarriano
Il presidente degli Stati Uniti è a sua insaputa pastafariano, sebbene frequenti anche una chiesa di una divinità alternativa

Grazie a questo sano principio posso stare tranquillo che se anche mio figlio non abbraccerà mai la fede pastafariana, basta che si comporti in modo moralmente accettabile e avrà comunque diritto a vulcano e spogliarelliste, e quando giungerà il suo momento sarà per lui una piacevolissima sorpresa, ne sono certo. Sarà quindi sufficiente che io lo formi secondo i principi etici in cui credo. Considerando che i principi morali sono innati in ogni essere umano, non dovrò imporgli proprio niente, casomai evitare che qualche altro principio distorto preso da altre religioni non finisca per intrufolarsi.

 

E perché dovrei fare tutto questo? Non potrei semplicemente condurre mio figlio sulla strada del Pastafarianesimo? Ci ho pensato a lungo. E alla fine ho deciso di no. Per tre motivi.

 

Il motivo etico

L’ho appena detto: ogni persona ha da sé tutto quello che gli serve per capire che cosa è giusto o sbagliato, senza che questo gli venga spiegato da un prete in malafede o da un conoscente bigotto e zelante, senza che gli venga fatto credere che in base a come si comporta in questo universo ci saranno terribili punizioni o meravigliosi premi in una ipotetica e trascendentale vita futura. Il mondo, come dice il poeta, è fatto di buoni e cattivi. I primi si comportano bene e i secondi, manco a dirlo, si comportano male. La religione è il sistema più subdolo e raffinato per forzare le persone buone di comportarsi male o semplicemente in modo eticamente distorto, mantenendo però la coscienza pulita. Francamente, non voglio questo per mio figlio. Se mai si comporterà male, voglio che lo faccia per puro spirito di cattiveria volontaria, non certo per attendere ai secondi fini di chissà quale lunatica divinità.

Il motivo della libera scelta

Il secondo motivo è pure più semplice: non ho l’arroganza di pretendere che il mio dio sia quello giusto, e che debba essere io a decidere per mio figlio quale dio dovrà adorare. Non voglio fare l’errore tipico dei genitori religiosi di tutto il mondo che costringono i loro figli a seguire la propria religione, attraverso rituali di iniziazione ancestrali come circoncisioni o immersioni in acqua per perdonare loro dei reati che non hanno nemmeno avuto il tempo di commettere. Molta gente pensa che con questo mio comportamento io stia privando mio figlio di una cosa importante come la fede. In realtà è proprio il contrario: io comportandomi così non gli sto imponendo niente che vada contro la sua volontà, e se un giorno lo vorrà non avrà nessun pregiudizio e potrà scegliere la religione che preferisce. Voglio ricordare che nessun bambino nasce credente, ma che la religione viene in genere infilata nella testa contro la sua volontà in una età in cui la fiducia negli adulti è massima, unita alla totale incapacità di difendersi e di distinguere il vero dal falso. Basta provare a parlare di catechismo ad un figlio solo quando ha compiuto diciott’anni, per vedere cosa dice, e se sarà felice di dover confessare i suoi atti impuri ad un prete. Mio figlio avrà accesso ad una vasta letteratura per l’infanzia e magari, quando lo riterrò il momento adatto, insieme ai più celebri classici per bambini e ragazzi potrò anche fargli conoscere le storie più divertenti e singolari delle divinità del passato. I miti greci, sempre attualissimi nei loro concetti assoluti di esseri umani impavidi e curiosi che si scontrano con divinità imperfette e capricciose; quelli nordici, di respiro più catastrofico e grandioso nella lotta contro una natura avversa. Le favole degli indiani d’America secondo cui discendiamo dalle stelle; quelle dei popoli africani, piene di ancestrali animali parlanti. Ma anche le incredibili bizzarrie degli dei gelosi e truculenti del vicino Oriente, tutt’ora le più apprezzate da miliardi di persone al mondo. Starà a lui capire la differenza tra la letteratura classica e quella di matrice religiosa, e decidere se avrà bisogno credere nell’esistenza di qualcosa di tutto questo per sentirsi a posto con se stesso. Magari sceglierà il poderoso dio col martello Thor, o magari Bacco, generoso dispensatore di bevande alcoliche. Oppure stupirà tutti scegliendo come libro sacro un vero classico della letteratura quale l’Isola del Tesoro ed eleggendo il capitano Flint a dio pirata personale, degno di ogni venerazione. Se poi qualche dio sentirà il bisogno di manifestarsi presso mio figlio per far valere le sue ragioni, sarà libero di farlo. Basta che ci metta la faccia di persona: sono stanco di tutti questi dei che funzionano solo per sentito dire.

Il motivo concreto

Il terzo motivo varrebbe anche da solo, senza gli altri due: la mia amata arriva a condividere i miei sentimenti atei, ma non la mia passione pastafariana. Quindi ho carta bianca sull’ateismo, ma se solo provassi a spiegare ai mio figlio la Sugosa Via dello Spaghetto, vivrei nel terrore che li faccia battezzare di nascosto in chiesa alla prima occasione, giusto per farmi torto.

Di motivi ce ne sono abbastanza. In più ci vedo un ottimo punto di forza: quando un bambino cresce senza che la testa gli venga riempita di storielle religiose fatte passare per vere, maturerà una mentalità più scientifica e razionale. Sarà portato naturalmente a non credere a tutto quello che si dice, alle pseudoscienze, allo spiritismo, alle scie comiche, ai presidenti che si sono fatti da soli e alla lobby dei barbieri (grazie a Lega Nerd per la gustosa segnalazione, starò attento la prossima volta che mi faccio tagliare i capelli). Potrà vivere meglio, in pace con se stesso, senza che debba fare affidamento su interventi divini esterni ogni volta che ne ha bisogno, ma piuttosto contando consciamente sulle proprie capacità e sull’aiuto delle persone che lo circondano e che gli vogliono bene. Senza quell’angoscia generata da un dio onnipotente e guardone che non ha altro da fare che controllare ogni momento quello che pensa, dice o fa, per poi presentare poi il conto alla fine. Non ne avrà bisogno. Credo che nessuno ne abbia bisogno, serve solo il tempo di capirlo, e qualcuno deve pure iniziare.